A ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, sarà capitato di restare imbottigliati nel traffico o di fare un viaggio da incubo sull’autostrada.
In quei momenti mille sono stati i pensieri balenati per la testa: i bambini da prendere a scuola, l’appuntamento importante di lavoro, l’orario del volo che si avvicina, la suocera che ci aspetta da un’ora (🤭).
Sicuramente guardando la lunghissima fila di mezzi davanti a noi ci siamo detti che conoscevamo perfettamente l’orario della nostra partenza, ma non siamo riusciti ad immaginare quello di arrivo!
Beh, non stiamo parlando chiaramente del giorno di Natale, o della Domenica di Pasqua, né della partenza per il Ferragosto, né dell’inizio dei saldi (cosa che potrebbe anche giustificare i chilometri di macchine), ma di una normale e banalissima giornata come tante.
Talvolta la causa va ricercata nelle infrastrutture urbane, non sempre all’altezza di un ottimale contenimento dei veicoli che vi transitano.
Altre volte ancora un tamponamento o un incidente, lavori di manutenzione stradale, una strada allagata per una fortissima pioggia.
In molti casi però la mobilità non ben gestita in maniera intelligente, unita al vasto numero di automobili e mezzi che ogni giorno transitano su strada, determinano le congestioni di traffico maggiori.
Restare imbottigliati nel traffico sicuramente non fa bene, e non intendiamo semplicemente riferirci ad una arrabbiatura, o al più, ad un attacco di collera o ira… qui entrano in ballo aspetti molto più delicati.
Sapete quante emissioni di CO2 inaliamo fermi in fila con i motori delle auto accesi? Ma non solo l’inquinamento fisico, perché esiste anche un inquinamento emotivo e psichico.
A risentire del traffico, oltre ai polmoni, è anche la nostra psiche. E sì, perché la guida da traffico crea parecchio stress e per certuni persino attacchi di ansia.
Quando arrivare al lavoro è più faticoso che lavorare
Un sondaggio della Ford Motor Company su un campione di 5.500 cittadini di sei città europee: Madrid e Barcellona, Londra, Parigi, Berlino e Roma afferma che una persona su tre risente dello stress da guida.
Ne sono soprattutto vittime le persone che ogni giorno per lavoro si trovano su strada e devono affrontare un tragitto (lungo o breve non importa) che a volte costringe – chiusi all’interno della propria auto – ad interminabili minuti di ingorghi o di file ai semafori chiusi nell’auto.
Come conferma anche il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta, quando ci si trova imbottigliati nel traffico “l’automobilista si trova a vivere in una situazione di passività, perché è “costretto” in un ruolo passivo, con il rischio di subire il tempo che scorre (senza poter intervenire in nessun modo) e diventa frustrato”.
Si arriva al lavoro già stanchi, stressati, con evidenti sintomi fisici da stress: vertigini, dolori muscolari, dolori addominali, tachicardia e sudorazione.
Senza contare poi sul fatto che ingorghi e file chilometriche spesso si traducono in ritardi e quindi in ulteriori rabbia, stress o ansie per doverli giustificare, soprattutto ai datori di lavoro meno comprensivi!
Sicuramente poi ciascuno di noi ha tempi e modalità differenti di rispondere allo stress. Ma in linea di massima ne siamo tutti vittima se per andare a lavoro utilizziamo l’automobile. E spesso anche questo può interferire con la resa del nostro operato e la qualità del nostro lavoro.
Perché il traffico è stressante?
La nostra automobile, preziosa risorsa che ci aiuta negli spostamenti, ma anche “gabbia infernale”, se intrappolati in code chilometro in mezzo al traffico intenso.
Ma sicuramente la sensazione maggiormente invalidante di chi sta all’interno della propria auto imbottigliati nel traffico è la percezione di stare perdendo tempo. Un tempo che in verità diventa opprimente perché sfugge al nostro controllo e viene “subito passivamente” senza poterlo rendere produttivo in qualche maniera.
A questo, in alcune circostanze, si aggiunge anche la rabbia per il carburante sprecato o l’impossibilità di capire i motivi del traffico o dell’ingorgo, l’arrivare tardi ai propri impegni.
La percezione del traffico viene vissuta come un elemento alienante, o addirittura una violazione alla propria identità rispetto alla vettura, spesso percepita come estensione del proprio corpo.
In queste condizioni è facile aumentare inconsapevolmente lo stato di allerta e allarme verso l’ambiente esterno vissuto come ostile e pericoloso.
Queste sensazioni accrescono lo stato di frustrazione e di disagio che possono sfociare in aumento dello stress e dell’ansia, o alimentare sentimenti di ira e rabbia, impulsività e aggressività come reazioni inconsapevoli per la minaccia del proprio spazio vitale.
“Si finisce col ritrovarsi isolati nei confini della propria macchina”, come afferma lo psicologo Luciano Rispoli.
Restiamo privi di contatto visivo, tattile e uditivo, mentre il mondo esterno ci appare come fatto di un lento procedere incolonnati, palazzi, altre auto e negozi diventa un tutt’uno indistinto e sfumato che accresce la nostra frustrazione.
Il consiglio che viene dalla psicologia è quello di colmare il gap che si determina nello stare in fila o nel traffico bloccati, impegnandoci magari in altre attività.
Approfittare di questa “attesa obbligata” per fare qualche telefonata o ascoltare della buona musica (magari rilassante) può diventare una buona opportunità, per sfuggire a sentimenti e sensazioni snervanti, “impegnando il tempo” che diversamente ci apparirebbe come sprecato.
Facendo così inoltre teniamo la mente impegnata e distratta dal contesto logorante e sentiamo meno la fatica della situazione.
Ma senza dover “scomodare” la psicoterapia e i suoi pur corretti consigli, possiamo risolvere a monte il problema dello stress da traffico?
Assolutamente sì! In questo, infatti, viene in nostro aiuto la connettività dei sistemi intelligenti integrati per la gestione del traffico urbano e anche extraurbano.
Vogliamo infatti parlare delle file chilometriche in autostrada per la riscossione dei pedaggi?
Le smart road: gestire il traffico con i sistemi intelligenti integrati
La tecnologia sta facendo oggi passi da gigante e sembrerebbe davvero lontanissimo nel tempo quel concetto di Internet, oggi ampiamente ridisegnato nel più grande macroconcetto dell’IoT (Internet Of Things) divenuto una realtà molto concreta e tangibile.
Fruire Internet come servizio applicato alla trafficabilità su strada significa aumentare la qualità di vita anche degli automobilisti, rendendo sempre migliore la loro esperienza di viaggio o di mobilità, evitando quindi anche il temibile stress da traffico.
Oggi parlare di smart mobility infatti significa poter avvalersi della connettività IoT applicata a sistemi integrati di connettività e comunicazione delle nuove tecnologie per creare dei sistemi di gestione intelligente del traffico.
Parliamo anche di sensori in grado di fare dialogare tra di loro i veicoli o questi ultimi con altre infrastrutture come i semafori agli incroci, le colonnine che indicano le condizioni meteorologiche, o altre infrastrutture che danno informazioni su eventuali ingorghi, code, incidenti, lavori stradali in corso o disponibilità di parcheggio o di aree rifornimento.
Poter monitorare con i sensori tutto il traffico e la mobilità, raccogliere dati per utilizzare anche modelli di calcoli predittivi e poter condividere le informazioni anche con gli automobilisti ha chiaramente una ricaduta importante su una trafficabilità intelligente che “previene” lo stress da traffico.
Proprio in questa direzione molte smart city stanno implementando i sistemi di trasporto intelligenti (ITS), così da ottimizzare in generale il settore dei trasporti.
Utilizzare i big data aggregati ed utili nel dare informazioni sul traffico, magari raccolti direttamente in campo, serve a migliorare l’efficienza e la sicurezza delle strade e a preservare l’umore e l’emotività degli automobilisti.
Sapere ad esempio in maniera assolutamente puntuale e precisa, momento per momento, quali sono le strade meno trafficate, o i parcheggi liberi più vicini, o in quali zone non transitare per incidenti o per condizioni climatiche avverse è indubbiamente un enorme aiuto quando ci si mette al volante.
Beneficiare di queste informazioni acquisite tramite i sistemi integrati di connettività, serve a realizzare delle strade per l’appunto intelligenti, dove poter costantemente monitorare e gestire il traffico a beneficio della transitabilità, riducendo (e quindi prevenendo) incidenti, traffico, concentrazione di emissioni tossiche e, non per ultimo, anche stress da guida, ansia e disturbi emotivi o psichici.
Grazie ai suoi prodotti per la connettività intelligente, Moxa da anni aiuta a migliorare la gestione del traffico nelle grandi e piccole strade urbane ed extraurbane, rendendole più affidabili e maggiormente sicure.
Le soluzioni altamente avanzate di Moxa, integrate da più tecnologie, sono indispensabili per migliorare il flusso del traffico veicolare, ridurre al minimo gli incidenti stradali, rilevare ed elaborare i dati sul traffico, aiutando i vari centri di controllo a poter prendere le decisioni più giuste e puntuali, così da risolvere i problemi man mano che si presentano o addirittura a prevenirli evitandoli del tutto.
Noi di Moxa Distry Shop siamo rivenditori ufficiali dei prodotti Moxa in Italia, guarda il nostro catalogo e contattaci per avere una consulenza sui nostri prodotti industriali per la connettività e rendere la mobilità urbana un’esperienza lontana da stress ed ansie.