La popolazione mondiale di oggi è caratterizzata da un allungamento dell’età anagrafica e dunque da un numero di anziani molto più elevato rispetto al secolo scorso.
Il tema dell’assistenza agli anziani è divenuto pertanto sempre più centrale fino ad assumere le connotazioni di un problema sociale oltre che sanitario. L’età più avanzata, si sa, è causa di una serie di patologie e molte delle quali non sempre gestibili in casa, ma catalizzatrici di un forte apporto energetico da parte delle strutture sanitarie, o comunque dei medici di base e delle famiglie dell’anziano. Di fronte a questo scenario diventa impellente allora rintracciare soluzioni in grado di migliorare e modificare il sistema di monitoraggio e dell’assistenza alla popolazione di tanti amabili nonnetti e di delicate nonnine e degli attori familiari, sanitari e sociali coinvolti.
In questo contesto, l’adozione delle tecnologie IoT e dei dispositivi intelligenti rappresenta una delle risposte più efficaci per migliorare la qualità della vita degli anziani, offrendo maggiore sicurezza, monitoraggio in tempo reale e, soprattutto, un livello di autonomia assistita che consente loro di vivere in modo indipendente più a lungo. Ma cosa intendiamo esattamente per autonomia assistita? Vediamolo da vicino.
Il ruolo critico degli anziani nella società
Il ruolo degli anziani nella società moderna non può essere ridotto esclusivamente a quello di destinatari di assistenza. Al contrario, essi rappresentano figure di riferimento fondamentali, custodi di una memoria storica e culturale che altrimenti rischierebbe di essere dispersa. Gli anziani, con le loro esperienze di vita e il loro bagaglio di conoscenze, incarnano un patrimonio immateriale che arricchisce il tessuto sociale, fungendo da ponte tra passato e presente. I nostri anziani, inoltre, sono sempre più spesso elementi cardine insostituibili del modello della famiglia moderna che, sempre più schiacciata da ritmi frenetici di vita e di lavoro, trova nell’aiuto dei nonni una grande opportunità per l’educazione e la custodia dei figli.
Ma quanto viene valorizzato questo ruolo nella società contemporanea? Purtroppo la tendenza a “vivere gli anziani” da individui affetti da patologie e “anzianità”, focalizzandosi esclusivamente sui loro bisogni assistenziali e di salute, rischia di oscurare il contributo inestimabile che essi possono offrire e non solo all’interno del nucleo familiare di cui fanno parte, ma nei confronti della società tutta.
Tuttavia, è innegabile che le problematiche sociali e di salute ci sono e affliggono un numero elevatissimo dei “nostri vecchietti”, peggiorando la loro qualità di vita e quella della famiglia o del nucleo sociale in cui si trovano ed esistere.
Oggi sempre più anziani vengono emarginati, ghettizzati, sperimentano il peso dell’isolamento sociale, una condizione che spesso si verifica in seguito alla perdita di legami familiari o alla riduzione delle interazioni per via delle limitazioni fisiche o della capacità di mobilità. In questo caso non si tratta solo di una esperienza di limitazione ma piuttosto l’essere isolati ha profonde ricadute sul loro benessere psicologico, portando spesso a stati di solitudine cronica. A questo si aggiunge inevitabilmente l’insorgenza di malattie croniche, tipiche dell’età avanzata, come l’ipertensione, il diabete o le patologie neurodegenerative, che oltre a compromettere la salute fisica, pongono ulteriori limiti sul piano dell’autonomia personale e della capacità di gestire la personale vita quotidiana. Migliorare l’approccio all’assistenza verso gli anziani può mitigare, se non risolvere in alcuni casi, la qualità di vita dell’anziano nonché la sua inclusione sociale, scongiurando un peggioramento delle condizioni preesistenti, o il declino cognitivo, che portano a situazioni di demenza o depressione quasi sempre irreversibili. Non va mai considerata la sola dimensione fisica della cura, ma anche quella psicologica ed emotiva, puntando su soluzioni che incentivano la partecipazione attiva degli anziani alla vita familiare e comunitaria.
Il ruolo della famiglia nell’assistenza agli anziani
Il ruolo della famiglia e dei caregiver nell’assistenza agli anziani è un elemento cardine per la gestione di coloro che, a causa dell’età avanzata, si trovano ad affrontare problematiche di salute sempre più complesse. La presenza di una rete familiare solida nell’assistenza verso gli anziani è sicuramente il primo sostegno emotivo e di cura, che può garantire una certa continuità di assistenza. La famiglia, però, da sola non riesce a coprire tutti i gap che l’anzianità rappresenta, soprattutto con l’aumentare della gravità delle condizioni mediche, e in presenza di malattie croniche o degenerative, che le sole strutture sanitarie possono seguire. La famiglia e i caregiver diventano essenziali nella misura in cui siano in grado di sorvegliare in maniera costante eventuali cambiamenti nei parametri vitali, intervenendo prontamente in caso di anomalie. Tuttavia, questo compito può risultare particolarmente oneroso, soprattutto quando gli anziani desiderano mantenere un certo grado di autonomia e indipendenza, pur necessitando di un controllo regolare. Condizione che per certi versi diventa la sola opzionale, a causa dei ritmi di vita odierni in cui il lavoro e la quotidianità rende sempre più complicata la gestione del tempo, creando le condizioni per un “abbandono involontario” dell’anziano, sempre più vincolato e isolato nella propria individualità.
Strutture mediche e paramediche per l’assistenza agli anziani
Dove non arriva la famiglia, subentrano (quando e dove si può) le strutture mediche e paramediche: ospedali, RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e cliniche specializzate, che mettono a disposizione competenze professionali e strumenti avanzati per gestire patologie complesse e croniche tipiche della popolazione anziana, fornendo un livello di cura che va oltre ciò che i familiari o i caregiver informali possono offrire. Sono tante le patologie per le quali solo una assistenza medica specializzata può erogare monitoraggio continuo, terapie specifiche e intervento tempestivo di personale qualificato. Si pensi, ad esempio, alla crescente prevalenza di malattie croniche come il diabete, le patologie cardiovascolari e le demenze, che richiede un approccio multidisciplinare e integrato, in cui medici, infermieri, fisioterapisti e altri operatori sanitari collaborano per fornire un’assistenza personalizzata e continua.
Tali strutture, siano esse pubbliche o private, non sono chiaramente esenti da criticità, specialmente quando è richiesto uno stringato monitoraggio di parametri vitali, quali glicemia, pressione arteriosa e frequenza cardiaca.
Garantire un livello elevato di controllo e sicurezza non sempre è possibile, in quanto necessita di personale qualificato e di attrezzature e strumentazioni che facilitino il monitoraggio in tempo reale delle condizioni cliniche. Inoltre, il monitoraggio delle condizioni cliniche di un anziano può comportare anche costi pesanti per la sanità mantenendo il personale medico e paramedico impegnato sullo stesso paziente, e distogliendolo da altre eventuali urgenze È qui che entra in gioco l’uso sempre più diffuso di tecnologie 4.0 all’interno di queste strutture.
Le tecnologie 4.0 come soluzione per l’assistenza agli anziani
Come abbiamo appena sopra anticipato, l’integrazione delle tecnologie 4,0, come i dispositivi IoT nel contesto dell’assistenza sanitaria familiare e ospedaliera, può rappresentare una soluzione estremamente efficace, così da alleggerire, sia la famiglia e sia la struttura, dal carico di sorveglianza, garantendo un monitoraggio continuo senza compromettere la qualità della vita degli anziani. Grazie all’uso di dispositivi intelligenti connessi come i sensori smart, tecnologie domotiche e telecamere digitali, è possibile monitorare da remoto parametri critici, quali battito cardiaco, la qualità del sonno, i parametri respiratori, il tasso glicemico o eventuali movimenti anomali, trasmettendo automaticamente i dati ai familiari o ai medici di riferimento. Ad esempio, i sensori possono essere collegati a sistemi di illuminazione automatica, che si attivano in caso di rilevamento di movimento durante le ore notturne, riducendo il rischio di cadute. Allo stesso modo, dispositivi come i termostati intelligenti o gli assistenti vocali possono essere utilizzati per regolare la temperatura o ricordare l’assunzione dei farmaci, migliorando l’autonomia assistita e riducendo la dipendenza dagli assistenti umani.
In questo modo, la famiglia e il personale medico possono essere informati in tempo reale, e minuto per minuto, su eventuali situazioni di rischio, tramite notifiche e alert sonori e visivi, senza dover essere fisicamente presenti in ogni momento, permettendo così di intervenire tempestivamente e riducendo al minimo il rischio di complicazioni gravi.
Questo non solo garantisce un livello di sicurezza maggiore per l’anziano, ma consente anche di gestire meglio il tempo e le energie dei caregiver, concentrandosi su momenti di vera necessità.
Inoltre, la possibilità di integrare i dati raccolti dai dispositivi IoT in piattaforme digitali accessibili anche dai medici consente di creare un quadro clinico completo e aggiornato, riducendo le visite non necessarie e ottimizzando gli interventi.
L’autonomia assistita derivante dal monitoraggio da remoto permette agli anziani di rimanere indipendenti il più a lungo possibile grazie ad un guardiano silenzioso, che garantisce una supervisione continua e discreta e riduce al contempo lo stress emotivo e logistico della famiglia.
La possibilità di integrare queste tecnologie in un ecosistema digitale più ampio consente una gestione olistica e personalizzata della salute degli anziani, in quanto è possibile utilizzare i dati raccolti dai sensori per creare trend e modelli attraverso analisi effettuate da algoritmi avanzati di intelligenza artificiale e machine learning. In questo modo si possono scovare anche eventuali patologie croniche o deterioramenti della salute non immediatamente evidenti ad occhio umano Questo approccio predittivo consente di adottare misure preventive prima che i sintomi diventino acuti, migliorando notevolmente l’efficacia delle terapie e la gestione complessiva della salute, riducendo i costi associati a trattamenti tardivi, aumentando la probabilità di successo delle terapie e garantendo al contempo un ambiente sicuro e confortevole.
L’intervento di un solido partner tecnologico come Moxa Distry Shop
Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi offerti dalle tecnologie 4.0, la loro implementazione all’interno delle strutture mediche e paramediche richiede un’infrastruttura tecnologica solida e affidabile. Le reti di comunicazione utilizzate per trasmettere i dati raccolti dai dispositivi devono essere sicure e protette da eventuali accessi non autorizzati o attacchi informatici. La protezione dei dati sensibili dei pazienti è una priorità assoluta, e l’adozione di protocolli di sicurezza avanzati, come la crittografia dei dati e l’autenticazione multifattoriale, è essenziale per garantire la privacy e la sicurezza delle informazioni. Moxa Distry Shop si configura come un partner tecnologico di primaria importanza per l’implementazione di soluzioni IoT dedicate all’assistenza agli anziani, grazie a una gamma completa di prodotti pensati per garantire una connettività industriale stabile, sicura e ad alte prestazioni. Il nostro portafoglio prodotti di marchio Moxa include switch industriali, edge router e dispositivi per la connettività edge, che permettono di creare reti robuste, in grado di supportare la gestione e l’elaborazione dei dati direttamente in prossimità dei dispositivi IoT, riducendo così la latenza e migliorando la reattività del sistema in caso di anomalie o emergenze.
Le reti destinate all’assistenza sanitaria richiedono inoltre una continuità operativa impeccabile, e i nostri prodotti offrono soluzioni ottimizzate per garantire la massima sicurezza dei dati e una resilienza senza compromessi anche in ambienti complessi.
Proteggere e tutelare la qualità di vita dei nostri anziani è la modalità migliore che abbiamo per investire anche sulla qualità del nostro futuro, perché come dice un antico proverbio africano “se è vero che il giovane cammina più veloce dell’anziano; quest’ultimo però conosce la strada”.