Tutto quello che viene definito “rifiuto” lo è davvero in senso lato! E sì, perché la gestione di materie e materiali di scarto rappresenta una delle piaghe della nostra epoca che, se da un lato cerca le migliori soluzioni per ottimizzare la produzione in molti ambiti industriali e le performance nell’erogazione di quasi tutti i servizi, dall’altro lato la gestione “dello scarto” influisce non solo sull’ambiente, ma anche sul benessere economico e sociale delle comunità globali.
Tradizionalmente le attività che sottendono le pratiche di smaltimento sono parecchio dannose, in quanto inquinanti, perché condotte attraverso modalità segnate da inefficienze, e un impatto ambientale negativo derivante da pratiche obsolete di smaltimento.
Da questo punto di vista, l’introduzione di tecnologie 4.0, quali l’Internet delle Cose (IoT), la Blockchain, il Machine Learning e il Big Data Analytics sta offrendo nuove possibilità nell’offrire alternative valide e concrete per lo smaltimento delle scorie e dei rifiuti.
Questo potente gemellaggio tra quella che diventa una tecnologia sempre più avanzata e le attività di smaltimento della spazzatura può essere via via negli anni una preziosa opportunità per contenere i problemi legati al sovraffollamento delle discariche, alla crescita insostenibile dei consumi e alla degradazione ambientale, fornendo al contempo ispirazione per nuovi modelli di business e per la creazione di posti di lavoro.
Cosa si intende esattamente per tecnologia 4.0?
Quando citiamo questo termine, non possiamo far altro che immaginarlo come un sinonimo di una nuova rivoluzione industriale, in quanto ne incarna perfettamente il paradigma, mentre ridisegna i confini delle industrie nelle quali vengono integrate tecnologie digitali avanzate con sistemi industriali e operativi.
A differenza delle precedenti rivoluzioni industriali, incentrate rispettivamente sulla meccanizzazione, l’elettrificazione e l’automazione, questo nuovo modello si basa su di un ecosistema integrato tra sistemi elettronici, di connettività e informatica ad altissimi livelli, e reso possibile dalla sinergia tra mondo fisico e ambiente digitale.
Tra le più avanzate tecnologie spicca senza dubbio l’IoT, Internet of Things, che permette la connettività necessaria per raccogliere dati da una vasta gamma di dispositivi, dai sensori nei macchinari industriali ai dispositivi indossabili per la salute.
I dati così raccolti rappresentano una ricchezza inestimabile di informazioni, per la possibilità offerta di una loro analisi, o interpretazione, grazie all’applicazione di Big Data Analytics. Questi ultimi si basano, essenzialmente, su algoritmi sofisticati, in grado di analizzare imponenti set di dati, da cui poi estrapolare pattern e insight, praticamente “invisibili” ad occhio umano, o esageratamente complessi per una analisi svolta attraverso canali e modalità tradizionali.
Tra le altre integrazioni tecnologiche, non si può non citare l’Intelligenza Artificiale (AI), con le sue sottocategorie come l’apprendimento automatico, il riconoscimento delle immagini e il processamento del linguaggio naturale (NLP), praticamente una “mente pensante”, capace di “apprendere” dai contenuti e dati presenti e, tramite azioni di Machine Learning, renderli “significanti” anche restituendo output preziosi per creare interpretazioni e orientare verso una azione da intraprendere, proprio sulla scorta dei dati. Grazie anche all’apprendimento, l’Intelligenza Artificiale permette risposte predittive in termini di manutenzione dei macchinari, consentendo interventi in anticipo e fermi delle macchine o della catena di produzione industriale.
L’IA può anche collaborare con tecnologie come quelle della Blockchain, per fornire un registro decentralizzato e stabile per le transazioni, aumentando la trasparenza e riducendo le frodi in vari settori, dalla finanza alla gestione della catena di approvvigionamento e, come immaginabile, applicabile anche alla gestione dei rifiuti.
Con questo non siamo di fronte solamente ad una evoluzione incrementale delle capacità tecniche, ma ad un ripensamento di base di molte strutture operative, modelli di business e strategie di implementazione, in grado quindi di fornire nuovi modi per generare valore sia economico che sociale.
Il problema della gestione dei rifiuti
Come abbiamo anticipato, proprio nella nostra premessa, le strategie attuali per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti sono notevolmente insufficienti e insostenibili nel lungo termine.
Questa considerazione diventa ancora più pregnante, se consideriamo l’impatto che questa mala gestione provoca sull’ambiente.
Capita, infatti, di vedere discariche a cielo aperto e contenenti spazzatura e scarti in quantità maggiore della propria capacità. L’impossibilità, poi, di “chiudere” questi rifiuti all’interno delle discariche contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, con metano, un potente gas, altamente inquinante.
Talvolta non è neppure possibile prevedere “discariche organizzate” per una raccolta differenziata e questo contribuisce ad un impatto diretto sulla contaminazione del suolo e delle acque sotterranee, compromettendo ecosistemi interi e avendo conseguenze nefaste sulle biodiversità.
Pensiamo ai rifiuti plastici che finiscono negli oceani, una vera e propria calamità per la fauna marina e per la flora subacquea.
Ma il problema dei rifiuti non si limita solo all’ambiente e sconfina anche su aspetti di carattere sociale, in quanto sono troppe ad oggi le regioni dove manca un sistema di smaltimento strutturato, cosa che ostacola lo sviluppo economico e aggrava le disuguaglianze sociali, con ampie fette di popolazione costretta a vessare in situazioni medico sanitarie assolutamente fatiscenti e compromesse a causa della convivenza con discariche a cielo aperto limitrofe ai complessi abitati. Tutto questo, infatti, si traduce in gravi rischi per la salute come malattie trasmesse dall’acqua e problemi respiratori, che richiede una risposta immediata e scalabile.
Come la tecnologia 4.0 può intervenire nella gestione dei rifiuti?
In questo scenario che abbiamo fino a qui tracciato, il potenziale per applicare le tecnologie 4.0 offre una via promettente per mitigare la gestione dei rifiuti.
Ma come si inseriscono esattamente queste tecnologie nel contesto dello smaltimento dell’immondizia?
Per cominciare possiamo citare i sensori IoT, che possono essere integrati nei cassonetti e nei veicoli di raccolta dei rifiuti per monitorare i livelli di riempimento in tempo reale, consentendo così una raccolta più efficiente e puntuale.
Ma in un ecosistema connesso è plausibile ipotizzare un ambiente iper connesso ed integrato, con la possibilità di “agganciare” ai sensori intelligenti un sistema che si struttura sul machine learning e fa uso di Big Data Analytics e della capacità di analisi predittive, per prevedere quando e dove sarà necessario un intervento di raccolta, riducendo così sprechi, costi operativi e impronta di carbonio, oltre a permettere azioni correttive in tempo reale, per migliorare l’efficienza su larga scala.
Ma anche le tecnologie di Blockchain possono migliorare l’intera linea di smaltimento, garantendo una tracciabilità senza precedenti lungo la catena dei rifiuti, fornendo un registro in grado di verificare l’origine, il trasporto e la destinazione finale dei materiali di scarto. Questi ultimi, peraltro, possono venire stoccati (in alcuni casi), per favorire politiche e pratiche di riciclaggio responsabile, capaci anche di intervenire per combattere il commercio illegale di rifiuti.
A tal proposito l’automazione e la robotica stanno rivoluzionando il ciclo di smaltimento, consentendo attività di riciclaggio ad alta efficienza, grazie alla dotazione di robot che hanno la capacità di operare in maniera intelligente, separando con precisione, puntualità e rapidità i materiali riciclabili, dando un contributo fino ad ora impensabile, e soprattutto impraticabile, riducendo ovviamente anche l’errore umano.
A questi livelli non si tratta neppure di automatizzare i processi esistenti con l’applicazione della robotica, semmai ci troviamo di fronte a modelli totalmente rivoluzionari, in grado di riprogettare le fondamenta dell’operatività, come accade con il riciclaggio “on-the-go”, fatto tramite l’utilizzo di veicoli autonomi (molti green) per raccogliere i rifiuti in modo più efficiente e sostenibile.
E dato che siamo solo all’inizio di tutto quello che queste tecnologie possono realizzare, il potenziale per ulteriori innovazioni e miglioramenti è oggi praticamente illimitato.
Verso un futuro sostenibile
Detto questo il futuro più sostenibile nello smaltimento dei rifiuti e nella gestione del loro riciclaggio ci appare indubbiamente più vicino e possibile, anche perché tutto ciò apre le porte alla comprensione del mercato, valutando precisamente qual è la domanda in merito a particolari tipi di materiali riciclabili, e informando e stimolando così i produttori verso una produzione anch’essa più responsabile.
L’applicazione di questa considerazione che abbiamo appena fatto, fa nascere una ulteriore interpretazione: in questo scenario l’automazione e la robotica non sarebbero confinate solamente agli impianti di riciclaggio, ma governerebbero sull’intera filiera di fornitura, suggerendo anche quali prodotti progettare e come per renderli più facilmente riciclabili, così da favorire il recupero dei materiali di base. E tutto questo potrebbe essere puntualmente monitorato e misurato, in tempo reale, grazie alla sensoristica avanzata, fornendo informazioni affinchè ogni risorsa – sia essa un materiale o un impiego umano – possa essere utilizzata nel modo più efficiente ed efficace possibile.
Ecco allora perché dotarsi di partner come Moxa Distry Shop che, con i suoi oltre 18 anni di esperienza come distributori ufficiali del brand MOXA, ovverosia il leader mondiale indiscusso per quanto concerne le soluzioni di connettività aziendale e di tecnologie 4.0.
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