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Wireless industrial

Cablato è sempre meglio? 5 miti da sfatare sul wireless industriale (Wi-Fi 6)

In ogni impianto industriale c’è un elemento che, più di tutti, genera diffidenza ed è l’aria. O meglio, ciò che vi viaggia dentro. Il wireless, nei contesti OT, che è spesso percepito come un’incognita. Fragile. Esposto. Più vicino a una moda da ufficio che a una soluzione da reparto.  La preferenza cieca per il cablato, senza confronto, è diventata un automatismo. Un assioma. Ma la tecnologia non funziona con gli assiomi. 

Eppure, oggi, questo giudizio non regge più il confronto con la realtà e con l’arrivo del Wi-Fi 6, le reti wireless industriali hanno superato molti dei limiti storici che ne ostacolavano l’adozione. Non si tratta, però, di stabilire se il wireless sia “meglio” del cablato. Sarebbe un confronto forzato, riduttivo. Il punto è che, in molti casi, quel “sempre meglio” è oggi un mito da smontare. O, per meglio dire, da aggiornare. E proprio questo faremo, cercando di esaminare come e quando il wireless industriale (soprattutto nella sua versione Wi-Fi 6) può diventare un alleato strategico, affidabile e sicuro. Anche in fabbrica.

L’affidabilità del wireless industriale non è più un mito

Iniziamo dalla madre di tutte le perplessità: “non mi fido”. Il wireless viene ancora percepito come instabile, incostante, facile da disturbare. Una tecnologia da evitare quando si parla di automazione. Eppure, nel concreto, il Wi-Fi 6 nasce proprio per rispondere a queste criticità. Non è un upgrade cosmetico, serve! E funziona specialmente per ambienti ad alta densità e con forti interferenze.

Prendiamo OFDMA (Orthogonal Frequency-Division Multiple Access): questa tecnologia divide ciascun canale Wi-Fi in sottocanali più piccoli, permettendo a più dispositivi di comunicare contemporaneamente senza collisioni. Oppure il BSS Coloring, che consente di distinguere tra segnali “amici” e “esterni”, riducendo le interferenze tra celle contigue. A questo si aggiungono dispositivi dual-radio, gestione dinamica del canale, e sistemi di roaming rapido che minimizzano i tempi di disconnessione a meno di 50 millisecondi. È lo stesso tempo di un battito di ciglia.

L’affidabilità non è solo questione di tecnologia, però. Una rete wireless industriale deve nascere da una site survey professionale, con strumenti di mappatura RF e simulazione delle zone d’ombra. Deve essere costruita su hardware rugged, certificati per resistere a polvere, vibrazioni, sbalzi termici. E deve tener conto del layout fisico dell’impianto, della mobilità dei dispositivi, dei materiali che compongono l’ambiente. Solo così si ottiene un’infrastruttura stabile.

Un altro falso mito (uno dei peggiori) emerge quando si parla di applicazioni critiche e parte dall’idea che non è possibile gestire robot, SCADA, motion control sul Wi-Fi. In parte è vero, ma solo se si pretende di sostituire integralmente il cablato. Il wireless, in realtà, eccelle laddove la mobilità è necessaria e si tratta di AGV, sensori ambientali, interfacce HMI mobili, manutenzione predittiva su dispositivi mobili. Proprio in questi contesti il Wi-Fi 6 garantisce latenze inferiori a 10 ms, sufficiente per la maggior parte delle applicazioni operative.

C’è poi la questione della flessibilità e un cablaggio rigido richiede decisamente svariati lavori fisici ogni qualvolta si deve effettuare una modifica, il wireless, invece, permette di riprogettare la rete con una dashboard. Senza spegnere nulla. Senza fermare la produzione.

Sicurezza wireless e falsi timori e tutta la verità sul rischio

L’altro grande spauracchio del wireless industriale è la sicurezza, ovvero che il segnale, passando attraverso l’aria, possa essere oggetto di intercettazione. Chiunque può rintracciarlo. Questo timore nasce da un assunto corretto, ovvero che la radiofrequenza è condivisa, ma questa declinazione ignora completamente l’evoluzione della cybersecurity industriale, soprattutto quella degli ultimi anni. Gli access point industriali non sono più nudi e crudi ripetitori di segnale, ma veri nodi di sicurezza e come tali dispongono di log centralizzato, monitoraggio attivo del traffico, sistemi di difesa comportamentale e permettono tunnel sicuri anche da dispositivi mobili. Il monitoraggio degli accessi è più evoluto. Ogni connessione è tracciata. Ogni richiesta è verificabile. Ogni anomalia è loggata. Questo rende la rete wireless più trasparente, quindi più difendibile. Paradossalmente, è la rete cablata, dove ci si fida troppo delle connessioni “fisiche”, a diventare terreno fertile per attacchi.
Il vero pericolo oggi non è allora il wireless in sé. È l’approccio naïf, quello da “attacchiamo un access point e poi vediamo”. Il wireless va progettato come un sistema di sicurezza distribuito, non come una stampella di emergenza. Se fatto bene, è sicuro. Se improvvisato, può essere un disastro. Ma lo stesso vale per qualsiasi infrastruttura digitale.

Quando il cablato non basta: flessibilità, costi nascosti e nuovi standard ibridi

Non è che il wireless sia pericoloso, è che il cablato, alla lunga, conviene di più. Ecco un altro mito… ma è davvero così? Il costo del cablaggio fisico, nel tempo, è spesso sottovalutato, perché non si esaurisce in una sola attività. Un impianto industriale moderno si espande, si riconfigura, evolve. Ogni volta che si sposta una macchina, si cambia una linea, si ristruttura un reparto, bisogna rivedere la rete cablata. Questo vuol dire tirare nuovi cavi, fermare la produzione, chiamare tecnici, aggiornare i quadri. Il costo reale non è solo economico. È il downtime. Diversamente una rete wireless ben strutturata consente riorganizzazioni rapide, aggiunta di nodi mobili, gestione di linee flessibili o stagionali. Attenzione, questo non significa respingere del tutto il cablato e a livello progettuale, oggi è possibile anche integrare wireless e cablato in architetture ibride

Non è una scelta “o/o”. È una scelta “e/e”

Il wireless non va più visto come un’eccezione, ma come standard di riferimento per alcuni segmenti industriali. Affermare che il cablato sia “sempre meglio” oggi significa continuare a ragionare con logiche statiche in un mondo che si muove. Il futuro, come sempre, premia chi sa adattarsi e il wireless, oggi, non è più un rischio da evitare. È una scelta da saper gestire.Con Moxa Distry Shop è possibile esplorare una gamma completa di soluzioni wireless Wi-Fi 6 progettate per ambienti critici, dalla logistica ai processi produttivi. Access point rugged, gateway intelligenti, sistemi di sicurezza integrata per costruire architetture ibride sicure, resilienti. Richiedi una consulenza tecnica per scoprire come integrare in modo efficace il wireless nella tua rete OT.