I magazzini moderni sono sempre più automatizzati, intelligenti, veloci. Gli AGV, ovvero i veicoli a guida automatica, sfrecciano tra scaffali e corsie, trasportando materiali, ottimizzando i flussi, riducendo errori e scongiurando i temibili tempi morti. Ma c’è un dettaglio, spesso sottovalutato, e quasi sempre pericoloso. La rete Wi-Fi. Questo perché quando un AGV si sposta all’interno del magazzino, cambia continuamente il suo punto d’accesso, e ogni volta che avviene il passaggio (roaming) si apre una finestra di rischio. Anche un singolo secondo di disconnessione può bastare per bloccare un ordine, mandare in errore il veicolo, generare un fermo linea praticamente.
Eppure, molte infrastrutture Wi-Fi vengono progettate ancora con una logica da ufficio, senza considerare la mobilità, le strutture metalliche, le interferenze, il bisogno di continuità assoluta nel flusso dati.
Come si garantisce allora un roaming Wi-Fi perfetto per gli AGV? Cosa significa, davvero, “connessione stabile” in un ambiente logistico a ciclo continuo? In questo articolo cerchiamo di rispondere a questa domanda, perché nel magazzino 4.0, la rete non è solo infrastruttura. È parte del processo.
L’illusione della copertura: quando il segnale c’è, ma non basta
“Se ho segnale pieno ovunque, il mio problema Wi-Fi è risolto”. Molti impianti partono da questo presupposto, un presupposto sbagliato, perché in realtà, la copertura è solo una condizione necessaria, non sufficiente. Il vero nodo è la qualità del passaggio da un access point all’altro. Ogni AGV, mentre si muove, deve gestire una sequenza continua di “handoff”, cioè il momento in cui lascia un access point per agganciarsi al successivo. Quando l’ambiente è ben progettato, questo processo avviene senza che il veicolo se ne accorga. Nessuna perdita di pacchetti, nessuna latenza significativa, nessuna disconnessione. Ma se gli AP sono distanti, e se la rete è congestionata o mal bilanciata, allora quel passaggio diventa critico. E l’AGV si blocca.
Le specifiche 802.11r, 802.11k e 802.11v consentono la pre-autenticazione, la mappatura delle celle, la gestione intelligente della scelta dell’access point successivo, ma non si attivano da sole. Vanno abilitate. Vanno testate. Vanno armonizzate con il comportamento dei client, che a loro volta devono supportarle. Molti veicoli, soprattutto i modelli entry-level o i retrofit di macchine esistenti, montano moduli Wi-Fi economici, pensati per il mondo consumer. Ma in magazzino, servono radio industriali, con antenna diversity, gestione delle soglie, scansione attiva del canale.
Anche il tipo di applicazione incide. Alcuni AGV comunicano in modo asincrono e mandano un pacchetto ogni tot secondi. Altri invece mantengono una sessione aperta continua. I secondi sono più sensibili ai break di connessione, ai pacchetti persi, ai micro-fallimenti.
C’è poi la questione dell’ambiente fisico e le strutture metalliche riflettono e distorcono il segnale, generano interferenze dinamiche. E infine ci sono i disturbi elettromagnetici: inverter, motori, carrelli elevatori, dispositivi radio. Tutti elementi che compromettono la qualità del segnale, anche se la potenza appare elevata.
Il risultato? Un magazzino apparentemente ben coperto, ma dove l’esperienza dell’AGV è tutt’altro che stabile. Il roaming lento si manifesta sotto forma di rallentamenti improvvisi, arresti immotivati, comandi che non arrivano, riconnessioni continue. La produttività cala, il supporto tecnico non trova spiegazioni, e si incolpano i software o gli operatori. È colpa di un Wi-Fi progettato per realtà statiche e non dinamiche. È l’illusione che copertura significhi continuità.
La rete come infrastruttura critica
Arrivati a questo punto, diventa evidente che la progettazione del Wi-Fi in un magazzino con AGV richiede un cambio di paradigma ma non si tratta di “coprire lo spazio”, si tratta di seguire il movimento. La rete è una parte attiva del processo logistico, al pari dei software WMS o dei sensori a bordo veicolo. La prima fase fondamentale è la site survey dinamica, fatta non solo in fase di installazione, ma anche dopo che il layout operativo è stato definito, con gli scaffali pieni, i muletti in movimento e i carichi su pallet che emergono le reali condizioni. La survey deve essere 3D, basata su software evoluti che tengano conto delle riflessioni, delle attenuazioni, delle rotte degli AGV. Solo così si possono posizionare correttamente gli access point e capire dove il segnale non deve solo arrivare, ma arrivare bene.
In una rete cablata, si parla spesso di anelli, backup, link secondari. Nel Wi-Fi, la ridondanza è più sottile. Si ottiene con AP sovrapposti, ma non interferenti, con canali distribuiti in modo intelligente. Con controller che monitorano la qualità delle connessioni e bilanciano il carico. In certi casi, può essere utile dedicare un SSID solo agli AGV, separandolo dal traffico degli operatori o dei tablet HMI. Questo permette di dare priorità al traffico più sensibile, evitando congestioni e segmentando la rete anche a livello logico. Alcuni access point supportano QoS a livello di pacchetto, permettendo di garantire banda minima e latenza contenuta solo per i flussi critici.
Ma il passo più importante è culturale. cioè bisogna trattare la rete Wi-Fi non come un servizio di supporto, ma come una vera e propria infrastruttura OT. Deve esserci qualcuno che la gestisca, la monitori, la migliori. Con strumenti di analisi, con log di connessione, con alert in caso di roaming anomalo. Ogni secondo perso in magazzino ha una moltiplicazione iperbolica che si ripercuote sull’ordine, sul cliente, sul fornitore, sull’intero ciclo. Avere una rete che segue il flusso, che non lo interrompe, non è un plus. È il minimo indispensabile per restare competitivi.
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Gli AGV sono solo l’inizio. La logistica intelligente, oggi, è fatta di veicoli autonomi, sensori mobili, carrelli connessi, operatori che si interfacciano da tablet e scanner wireless, flussi sincronizzati che non tollerano interruzioni. E il Wi-Fi incarna precisamente una vera e propria infrastruttura dinamica, da costruire con la stessa attenzione riservata a una linea di produzione.
Per questo Moxa Distry Shop è un alleato nella progettazione di reti industriali wireless solide, resilienti e pronte per la mobilità con soluzioni di roaming avanzato per ambienti con AGV, access point industriali con controller centralizzato, tutti strumenti idonei e adeguati a far sì che la rete non sia mai il collo di bottiglia del magazzino, ma anzi, il suo acceleratore.