Probabilmente viviamo così tanto nella nostra ordinaria routine, concentrati sulle nostre attività, così tanto da non considerare molte delle azioni che ci “accadono intorno” e che ci permettono proprio il nostro “ordinario agire”. Spesso è quanto succede quando entriamo in un supermercato e selezioniamo possibilmente in maniera “quasi automatica” i prodotti da mettere in carrello. Eppure proprio l’effetto di quegli stand e scaffali tanto ordinati e ricchi di prodotti è l’attività “praticamente invisibile” dei buyer GDO, figure essenziali, in grado di oliare gli ingranaggi dei supermercati, scegliendo e acquistando dalle aziende i prodotti che andranno poi a popolare i banconi della grande distribuzione organizzata.
In questo panorama si fa sempre più funzionale e pregnante il ricorso ad un costante evoluzione tecnologica, come quella proposta dall’Intelligenza Artificiale (IA), che può venire inserita come componente essenziale delle strategie aziendali della GDO, intervenendo proprio come ausilio dei buyer, offrendo loro strumenti avanzati per prevedere la domanda, ottimizzare le scorte e personalizzare l’offerta.
Grazie ai sistemi di machine learning, deep learning e natural language processing, le aziende della GDO possono venire dotate di strumenti capaci non solo di automatizzare, ma anche di apprendere, analizzare e anticipare, attraverso l’analisi dei big data, identificando tendenze e pattern che rimarrebbero altrimenti inosservati, permettendo scelte strategiche e in grado di ottimizzare risorse ed energie per il settore e di portare innovazioni e miglioramenti che potrebbero ridefinire le logiche competitive del mercato oltre a erogare servizi sempre più customer oriented in grado di elevare la percezione dei consumatori verso un determinato brand GDO e che possano andare oltre il semplice momento dell’acquisto, ma servono ad intercettare con precisione le esigenze dei consumatori, e ad assistere i consumatori nella delicatissima fase del post-vendita.
Facciamo una panoramica sulla customer journey nella GDO
Sono parecchi i termini che ormai mutuati dal “marketing più tecnico” utilizziamo nel nostro gergo e parlando di “customer journey“, ci riferiamo ad una terminologia tutto sommato diffusa, per indicare quel percorso che un cliente compie, dall’iniziale presa di coscienza di un bisogno o di un desiderio, fino alla decisione di acquisto e all’eventuale fidelizzazione ad una marca.
Questo “viaggio”, che il consumatore compie attraverso diversi punti di contatto con un brand o un prodotto, è particolarmente sentito nel contesto della grande distribuzione organizzata, dove l’esperienza d’acquisto è frutto di molteplici interazioni con svariati “touchpoints”, quali un annuncio televisivo, una campagna pubblicitaria online o un volantino promozionale. In questo modo i brand della GDO attirano l’attenzione del cliente e stimolano un interesse verso un loro prodotto o un servizio dedicato, così da indurre ad una azione, che sia l’acquisto del prodotto stesso o una iscrizione alla newsletter, come ancora l’adesione ad una pagina social o la visita al sito web aziendale.
La seduzione del consumatore non si esaurisce chiaramente nel canale di contatto, ma permane e perdura soprattutto al momento dell’incontro tra consumatore e prodotti: all’interno del supermercato, dove si svolge la vera esperienza dell’acquisto.
Sul punto vendita il cliente viene immerso in un ambiente studiato nei minimi dettagli: la disposizione dei prodotti sugli scaffali, la segnaletica, le promozioni in corso, e persino la musica di sottofondo, sono tutti elementi chiave che influenzano il comportamento d’acquisto. L’obiettivo è quello di facilitare il percorso del cliente all’interno del negozio, rendendo “più facile e proattivo” l’acquisto.
Perché l’Intelligenza Artificiale ha una profonda rilevanza nel customer journey?
La risposta a questa domanda è chiara: la capacità immensa che ha l’IA di analizzare, interpretare e agire in base a enormi quantità di dati, rende possibile una comprensione senza precedenti dei comportamenti, delle preferenze e delle esigenze dei clienti.
Ma come avviene concretamente questo processo? Immaginiamo di avere a disposizione migliaia, se non milioni, di dati relativi alle interazioni dei clienti con un determinato brand: acquisti passati, interazioni sui social media, feedback sul servizio clienti, comportamenti di navigazione sul sito web e così via. Questi dati diventano un patrimonio inestimabile di informazioni per una azienda della GDO che può, decidendo di utilizzare l’AI, analizzarli addirittura in tempo reale, così da individuare schemi e tendenze che sarebbero quasi impossibili da rilevare con metodi tradizionali.
Capiamo bene che non si tratta qui solo di “studiare il consumatore tipo”, ma persino di creare un suo profilo completo attraverso il quale avere chiavi di interpretazioni per possibili scelte e azioni future, giocando quindi di anticipo sulle sue necessità reali anche nel tempo e non solamente nell’immediato.
Anche perché non tutti i consumatori sono uguali, né cercano le medesime cose. non esiste il “one size fits all“! E questa considerazione apre le porte ad una riflessione aggiuntiva sul ruolo dell’AI nella GDO, ovvero sia la potenzialità di una maggiore e più puntuale segmentazione e personalizzazione dei target.
Con l’applicazione di modelli di Intelligenza Artificiale è possibile fare una dettagliatissima analisi della clientela di un supermercato, ad esempio, generando dei cluster specifici in base a comportamenti, preferenze, demografia e altri fattori rilevanti. In questo modo è possibile creare campagne marketing altamente personalizzate, in grado di “parlare” direttamente al cliente, facendolo sentire compreso e valorizzato nella sua esperienza d’acquisto e oltre e, massimizzando inoltre così, il ritorno sugli investimenti.
Strategie predittive: come funzionano e perché sono cruciali
Una poderosa raccolta di dati sui consumatori e sulla loro relazione con un brand significa non solo guardare al passato, per comprendere le performance e tracciare tendenze e comportamenti dei clienti oggi, ma soprattutto per stabilire modelli comportamentali futuri.
I modelli predittivi sono costruiti sfruttando tecniche avanzate di machine learning, alimentati da grandi quantità di dati, e quindi capaci di “apprendere” dai dati stessi, individuando schemi e correlazioni che possono poi essere utilizzati per fare previsioni accurate su eventi che devono ancora avvenire.
Il machine learning è un ramo dell’intelligenza artificiale,in grado di fornire gli algoritmi e le tecniche necessarie per costruire, addestrare e ottimizzare tali modelli.
È ben chiaro che in un mercato in continua evoluzione, dove la concorrenza è sempre più spietata e i margini di errore si riducono, avere la capacità di prevedere ciò che i clienti desiderano o necessitano può rappresentare un vantaggio competitivo inestimabile.
Si parla chiaramente di un vantaggio che si estende non solo in chiave di vendita, ma anche per quanto riguarda la fidelizzazione del cliente, la personalizzazione delle offerte e la gestione ottimale delle risorse aziendali, come le scorte di magazzino o proponendo offerte personalizzate al momento giusto.
I benefici sono evidenti: maggiore efficienza, minori sprechi, maggiore soddisfazione del cliente e, alla fine, una migliore performance aziendale.
Qual è il ruolo del buyer GDO nell’era digitale e quali i suoi vantaggi per l’utilizzo dell’AI?
In questo contesto della grande distribuzione organizzata che abbiamo appena presentato si comprende bene, allora, come anche il ruolo del buyer si possa (e si debba) trasformare, così da far fronte a nuovi gap, nuove problematiche ma anche nuovi sviluppi inediti e importanti e, in gran parte, legati all’avvento dell’Intelligenza Artificiale.
E se in passato il suo compito per la massima parte si basava sull’esperienza, sull’intuito e sulla conoscenza del mercato, oggi proprio grazie all’utilizzo di sofisticati modelli di AI è possibile avere informazioni aggiuntive per affinare la selezione dei prodotti, prevedere le tendenze e gestire in modo ottimale le scorte.
Oggi, specialmente in un contesto sempre più globalizzato per via dell’informazione digitale e la sua condivisione, uno dei maggiori problemi che un buyer si trova a fronteggiare è indubbiamente la maggiore volatilità della domanda, dovuta in parte proprio all’abbattimento delle barriere geografiche e all’accesso quasi illimitato all’informazione da parte dei consumatori, e dall’altro lato per via di una concorrenziale esigenza di mantenere alta la soddisfazione della clientela in un contesto in cui le aspettative sono sempre più esigenti e crescenti.
A questo si aggiunge l’aggravante di un concorrenza sempre più serrata, e pertanto distinguersi e differenziarsi diventano imperativi categorici.
L’Intelligenza Artificiale, con i suoi algoritmi avanzati, consente ai buyer di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, individuando pattern di acquisto, correlazioni tra prodotti e tendenze emergenti.
Questo permette di anticipare cosa e come fare, operando scelte strategiche basate su analisi predittive, piuttosto che su semplici osservazioni retrospettive.
La capacità di prevedere quale prodotto, ad esempio, avrà successo, quali saranno le preferenze dei consumatori in un dato periodo dell’anno o in risposta a specifici eventi, diventa fondamentale a garantire contenuti su cui operare scelte strategiche efficaci e in anticipo rispetto agli altri.
Inoltre, l’AI può automatizzare molti processi decisionali legati alla gestione delle scorte, consentendo ai buyer di conoscere quindi l’esatta quantità di prodotti da ordinare, evitando i costi di gestione magazzino e riducendo il rischio di rimanenze invendute.
Tutto questo ha peraltro una ulteriore benefica ricaduta: il poter rispondere con maggiore prontezza a eventuali cambiamenti nella domanda, assicurando che gli scaffali siano sempre forniti dei prodotti desiderati.
Non solo di numeri, però, si tratta, in quanto l’utilizzo di modelli intelligenti fornisce anche una chiara chiave di lettura anche per informazioni utili ad assistere i buyer nel complesso e delicato processo di selezione dei prodotti. Si pensi a quanto siano utili i commenti sui social, i feedback rilasciati tramite le recensioni: tutti elementi in grado di cogliere un mood e di esaminare un atteggiamento dei consumatori attraverso un’analisi del “sentiment“. In questa maniera si ha una porta aperta verso la comprensione attenta (e ben più profonda) delle esigenze e dei desideri del cliente, e si offre al buyer la possibilità di compiere una selezione di prodotti non solo attraverso una “questione di numeri” e un “fatto di logica”, ma utilizzando anche attitudini quali l’empatia e la connessione con il consumatore, cosa che alla lunga si tradurrà in migliore soddisfazione del cliente e maggiore fidelizzazione alla marca.
Perché la GDO deve rivolgersi ad un partner di Intelligenza Artificiale?
La risposta a questo punto siamo in grado di darla in maniera naturale! Ovviamente perché l’abilità di anticipare, comprendere e rispondere alle esigenze dei clienti rappresenta un fattore chiave per la Grande Distribuzione Organizzata, ma a patto che si scelgano professionisti del settore.
Partiamo da qua: non tutte le soluzioni di Intelligenza Artificiale infatti sono utili per tutte le aziende della GDO. A questo dobbiamo aggiungere una ulteriore valutazione, ovvero sia quella che spesso la GDO utilizza vari sistemi e piattaforme che possono (e non c’è dubbio che sia così) cambiare col tempo, quindi, un partner tecnologico deve tenere conto di tutti questi aspetti e rappresentare un facilitatore di innovazione, permettendo di comprendere fino in fondo le esigenze della specifica in grado di analizzare e comprendere la specifica azienda, erogandole “soluzioni su misura”. Ma non è tutto, perché, oltre ad assicurare che le nuove realtà si integrino perfettamente e senza problemi, un partner di soluzioni tecnologiche e di AI deve evitare interruzioni nei processi di comunicazione aziendale, ottimizzando l’efficienza operativa e garantendo peraltro supporto continuativo e costante, in grado di garantire che la tecnologia implementata resti sempre all’avanguardia, proteggendo così gli investimenti dell’azienda.
E, in questo contesto, Moxa Distry Shop si pone come un partner di fiducia per tutti coloro che desiderano sfruttare il potere dell’Intelligenza Artificiale (AI). Moxa Distry Shop incarna perfettamente questo modello di collaborazione, grazie anche al fatto di poter vantare conoscenza e competenza del settore, oltre a 18 anni di consolidata partnership con il rinomato brand MOXA, per il quale è distributore ufficiale di prodotti per la comunicazione e sicurezza aziendale, nonché di sistemi di intelligenza artificiale, e primo per loro fatturato di vendita in tutta Europa.
Ma non si tratta solo di cifre e di anni di esperienza; ciò che rende Moxa Distry Shop insostituibile è l’assistenza tecnica qualificata MOXA, con un supporto certificato che garantisce il miglior servizio clienti del marchio sul mercato, prima, durante e nel post vendita. Se sei un buyer GDO e desideri ricevere informazioni, supporto o consulenza su soluzioni avanzate basate sull’AI per affinare le tue strategie d’acquisto, contatta Moxa Distry Shop oggi stesso e scopri come la tecnologia e l’expertise possono andare di pari passo per rivoluzionare il tuo lavoro.