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Partire per le ferie in tranquillità: la guida al monitoraggio remoto con gli I/O

In fabbrica, agosto è un mese particolare. Per alcuni reparti, è il momento delle chiusure programmate, delle pulizie di fondo, delle manutenzioni straordinarie. Per altri, è il periodo peggiore, perché bisogna tenere la produzione attiva anche con personale ridotto. Insomma, agosto è soprattutto una fonte di ansia costante. In questo caso la vera libertà non è chiudere l’impianto, ma sapere che qualcuno, o qualcosa, lo sta comunque sorvegliando. Per questo è caldamente consigliato il monitoraggio remoto degli impianti industriali attraverso moduli I/O remoti intelligenti, proprio anche quando nessuno è presente.

In questo articolo vedremo come impostare un sistema di controllo remoto I/O per affrontare in modo sereno i periodi di assenza o di presidio ridotto. 

Quando l’assenza pesa

Un tempo l’estate era soprattutto silenzio e raramente si vedevano fabbriche aperte anche in agosto. Oggi l’automazione non conosce sosta, e neanche i cicli produttivi. Tutto pretende che l’impianto sia sempre attivo o, almeno, sempre controllato. Anche nei giorni di ferie, quando i reparti si svuotano e i presìdi si fanno più leggeri, la linea produttiva continua a vivere. E, come ogni organismo, va monitorata. Basta infatti un piccolissimo fermo, un evento decisamente ordinario, che diventa un disastro, se gli impianti sono lasciati soli per ore. Ed è proprio questo il punto: il tempo che passa prima che qualcuno si accorga dell’errore.

Ecco perché il concetto di monitoraggio remoto degli impianti industriali è diventato, negli ultimi anni, uno degli assi portanti dell’efficienza e della sicurezza in ambito OT (Operational Technology).
L’idea non è chiaramente quella di sostituire l’uomo, e neppure quella di riempire le ferie di alert su WhatsApp, ma di mettere in campo un sistema di sorveglianza automatica, intelligente, configurabile e soprattutto tempestivo. Basta anche semplicemente un presidio dei parametri critici: le temperature, le pressioni, le aperture, i livelli di serbatoio, le tensioni, la comunicazione tra PLC e dispositivi. E che, in caso di anomalia, possa generare un allarme automatico e, possibilmente in certi casi, attivare azioni correttive.
Gli I/O remoti intelligenti fanno proprio questo. Si tratta di moduli che si integrano facilmente nelle infrastrutture esistenti e che permettono di raccogliere dati dai punti più sensibili dell’impianto (anche quelli lontani, anche quelli poco accessibili) e trasmetterli in tempo reale via rete, anche su VPN sicure.

Certo, non tutte le realtà sono pronte a una remotizzazione totale, ma non servono infrastrutture gigantesche per iniziare e in quasi tutti i settori (e i casi relativi) basta individuare i punti critici, scegliere moduli I/O affidabili, definire i parametri da monitorare e costruire una logica di allarme sensata. 

Come funziona un sistema I/O remoto per il controllo a distanza?

Cominciamo dalle basi. La sigla I/O sta per Input/Output: ingressi e uscite e in pratica, gli I/O remoti sono come già abbiamo anticipato moduli intelligenti che raccolgono segnali provenienti da sensori (input), li elaborano e, all’occorrenza, inviano comandi ad attuatori o dispositivi (output). La differenza sostanziale rispetto ai classici I/O locali sta nel fatto che questi moduli non devono trovarsi fisicamente accanto al PLC o al quadro di controllo, ma possono essere dislocati lungo l’impianto, vicini ai punti di interesse, e comunicare in rete con il sistema centrale o con l’operatore remoto.

Si percepisce immediatamente come vantaggio la drastica riduzione dei cablaggi, perché si scongiurano i chilometri di cavi analogici fino al centro di controllo, ma piuttosto basta collegare i sensori al modulo I/O più vicino e poi trasmettere i dati via Ethernet o rete cellulare.
In più si registra una maggiore flessibilità operativa in quanto i moduli I/O possono essere aggiunti, spostati, riconfigurati con facilità. E grazie alla compatibilità con protocolli standard come Modbus/TCP o MQTT, si integrano facilmente con SCADA, HMI, cloud o software di gestione remota. E poi c’è un vantaggio a cui quasi mai nessuno pensa, ossia la resilienza dell’impianto e che comporta un intervento locale prezioso: se un’area specifica va in errore, un modulo I/O configurato correttamente può isolare il problema, inviare una segnalazione tempestiva e, in alcuni casi, attivare una procedura automatica di contenimento.
Alcuni moduli I/O remoti sono dotati di logiche di controllo locali, grazie alle quali possono operare anche in caso di interruzione della comunicazione centrale. Questo significa che possono reagire autonomamente a un allarme, senza attendere un comando esterno.

Ma cosa significa davvero “monitoraggio remoto”? Significa avere una visione continua, centralizzata e in tempo reale dei parametri critici. Significa ricevere allarmi automatici configurabili, scegliere chi deve essere avvisato, in che modo (e-mail, SMS, notifiche su app), e impostare criteri di priorità. Significa anche poter consultare storici, correlare eventi e, all’occorrenza, accedere ai dati da qualsiasi luogo, con le dovute precauzioni di sicurezza. Qui si apre un altro nodo, quello della sicurezza  e i migliori sistemi I/O remoti devono integrare funzionalità di protezione affinché non diventino mai un varco per terzi.


Prima il controllo, poi la libertà

Bisogna cambiare approccio aziendale, però. Perché adottare un sistema di monitoraggio remoto con moduli I/O intelligenti non significa solo introdurre una tecnologia. Significa smettere di reagire e iniziare a prevenire, automatizzare, delegare alle macchine ciò che possono fare meglio di noi: raccogliere dati, analizzare anomalie, segnalare per tempo, agire con precisione. Non si può fare tutto da soli e la scelta delle soluzioni migliori gioca un ruolo predominante.
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